Olimpiadi Tokyo 2020, tiene banco il caso della bielorussa Krystsina Tsimanouskaya: sospesi i due allenatori dell’atleta.
Sullo sfondo delle Olimpiadi di Tokyo continua a tenere banco il caso della velocista Krystsina Tsimanouskaya, l’atleta che ha ottenuto l’asilo politico in Polonia dopo aver denunciato un tentativo di rimpatrio forzato.
Il caso Tsimanouskaya e le ombre del ‘regime’
La storia di Krystsina Tsimanouskaya ovviamente è strettamente legata alle vicende politiche del suo Paese, la Bielorussia. La velocista infatti è una delle tante autorità sportive bielorusse che hanno posto la propria firma sulla lettera aperta nella quale si chiedeva la liberazione dei prigionieri politici e nuove elezioni. Insomma, quella di Krystsina Tsimanouskaya è una posizione scomoda, in contrasto con Lukashenko, un personaggio quantomeno controverso per quanto riguarda libertà e diritti.
Tsimanouskaya, con un post condiviso sul proprio profilo Instagram, aveva fatto sapere di essere stata inserita in una gara a sua insaputa e aveva fatto sapere di temere per la sua vita. Per questo motivo aveva chiesto protezione al Paese organizzatore dei Giochi. In seguito, come noto, ha ottenuto il visto per la Polonia.
L’inchiesta interna dopo le accuse
In seguito alla denuncia dell’atleta è stata aperta un’inchiesta interna. L’ultimo atto della vicenda è l’allontanamento dei due allenatori della velocista da parte del Comitato Olimpico Internazionale. Una decisione assunta, comunica il CIO, nell’interesse degli atleti bielorussi ancora a Tokyo. Il CIO ha specificato comunque che ai due allenatori sarà data l’opportunità di fornire la propria versione dei fatti. Nel frattempo il Comitato ha sospeso i visti a Artur Shimak e Yury Maisevich, che di conseguenza hanno lasciato il villaggio olimpico.
La telefonata
A fare notizia è stata soprattutto la conversazione tra gli allenatori e la velocista. Una conversazione telefonica registrata clandestinamente. “Sono arrivate le seguenti istruzioni: tu oggi te ne torni a casa, non scrivi niente da nessuna parte, non fai dichiarazioni. Te la dico così come me l’hanno detta, parola per parola. Se vuoi di nuovo gareggiare per la Bielorussia, vai a casa o dai tuoi o dove ti pare“.
“Più ti agiti… Hai presente una mosca nella ragnatela? Più si dimena, peggio è. Ecco, la vita è così. Facciamo cose stupide. Tu hai fatto una cosa stupida“, sono le parole di Artur Shimak, allenatore della velocista.